lunedì, novembre 23, 2009

cappelletti: questione di tazze



"L'avidità di tale minestra è così generale che da tutti, e massime dai preti,
si fanno delle scommesse di chi ne mangia una maggior quantità,
e si arriva da alcuni fino al numero di 400 o 500."

Così scriveva nel 1811 il prefetto di Forlì, noi l'altro giorno se ne è buttati nel brodo (rigorosamente fatto con gallina del nonno ripiena, manzo e costine di maiale) circa 230.

Il cappelletto è un'arte. Lo dice mio nonno e non ho mai trovato il modo per contraddirlo e sfido gli altri a farlo. Si può usare una comoda tazza per le dosi e giuro che si replica in maniera scientifica quel "metticene a occhio nanì' che destabilizzerebbe i più grandi amanti dei libri di cucina.

1 commento:

SandalialSole ha detto...

Le vere ricette sono a occhio. I veri cuochi, oltre che andare a occhio, non assaggiano nemmeno. Io assaggio, ma sulle quantità sono anche io vaga: una tazza, un bicchiere, un po'. Te ne accorgi, alla fine. Ciao cara!