sabato, settembre 26, 2009

le ore fuse

Avere qualcuno con cui parlare dall'altra parte del mondo mi ha fatto pensare al magico meccanismo dei fusi orari. Non ci avevo mai riflettuto troppo.


Considerando la Terra come sferica, e considerando che la rotazione terreste si compie in 24 ore, dividendo i 360° della rotazione per 24 si può immaginare la superficie sferica divisa in 24 "spicchi" di 15° l'uno, che vengono quindi percorsi in un'ora ciascuno. A questi spicchi si dà il nome di fusi orari, e si assume per convenzione che in tutto il fuso ci sia l'ora del meridiano centrale ad esso, quello che taglia il fuso esattamente a metà.

E' buffo: tu vai a dormire (o ascolti saviano dalla bignardi) e là si alzano.
Tu fai colazione e là pranzano.
Tu lavori e là escono a scoprire un mondo nuovo .
Tu parti per la scoperta del tuo mondo (dall'altra parte del mondo) e là si va a dormire.

E' strano. Non ci pensi mai più di due minuti ma il tempo è un meccanismo complicato e affascinante. Il corpo lo assimila, lo segue, si adegua e, se deve ricomincia da un altro attimo.

Il mondo gira solo per ignoranza.
[Charles Baudelaire]


lunedì, settembre 21, 2009

fotoGRAFIA

un giorno un amico mi ha regalato un fiore verde di carta e sopra c'era scritto:

questa strada

nessuno la percorre

crepuscolo autunnale.


ho messo il fiore li in mezzo ai ricordi sulla mia bacheca pensando per anni che fosse un haiku [ 俳句 ]. stasera sono andata a leggere qualcosa sugli haiku.

l'haiku è quindi un componimento poetico di tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe. E' una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni. Per la sua estrema brevità richiede una grande sintesi di pensiero e immagine. Gli haiku tradizionali, poi, non hanno alcun titolo.

non so come dirvelo...contate le sillabe.


domenica, settembre 20, 2009

questa sera di pioggia rubo una leggenda

stasera avevo voglia di leggere e non di scrivere di questa pioggia così ho imparato a rubare.


"In un antico libro giapponese si raccontano le gesta di Susanowo, dio del vento, della pioggia e dell'uragano, costretto a vivere per punizione nel regno del leggendario serpente a otto teste che ogni anno pretendeva il sacrificio della più bella fanciulla. Susanowo, deciso a liberare il paese dal terrificante mostro, scese nel regno dei morti e in una fucina incantata forgiò una spada imprigionandovi un raggio di luce. Con la magica spada Susanowo si recò all'ingresso della grotta del mostro e attese pazientemente.Intanto un lungo corteo attraversava la valle accompagnando al sacrifico la dolce principessa "Campo di riso". Alla prima luce del giorno il drago apparve finalmente dalle profondità della caverna e al suo ruggito ogni cosa tremò. Ma non tremò Susanowo che si lanciò sul mostro ingaggiando con lui una terribile lotta. Il sole era ormai alto quando il dio del vento abbatté finalmente il drago. Susanowo si avvicinò quindi alla meravigliosa principessa "Campo di riso" per chiederla in sposa e appoggiò sull'erba la spada affilata e insanguinata: come per magia i verdi steli si tinsero di rosso e apparve un grande arbusto dal lucido fogliame e dai bellissimi fiori bianchi chiazzati di porpora. I fiori vennero chiamati "Tsubaki" o "rose del Giappone" e la loro caratteristica di non sfogliarsi, ma di cadere interi dalla pianta, venne assunta a simbolo di sacrificio di ogni giovane vita umana, a ricordo delle dolci principesse vittime della crudeltà del terribile drago."


martedì, settembre 08, 2009

come da pino

son arrivata ieri mattina e ho trovato l'ordine profumato di un bosco sistemato per scaldare l'inverno.

mi ha ricordato di quella volta in cui con uno dei miei amici artisti son andata da pino, il liutaio. con le sue mani grandi e gli attrezzi del mestiere piallava e guardava, faceva sciovolare la grossa mano sul pezzo, con gli occhi leggermente chiusi così da sentire e non vedere il lavoro che aveva fatto.

ieri qui c'era odore di liuteria.

venerdì, settembre 04, 2009

amico che vai artista che trovi

C'è chi con la fantasia delle parole riesce a stupire in un battibaleno. Ne infila una di seguito all'altra in uno schema ben delineato nella sua mente, risultato: stupore.

C'è chi con la punta di un pennello instancabilmente crea nuove superfici. Un susseguirsi di punti gocce sfere da toccare, sfiorare. Risultato: estasi.


C'è chi con la punta delle dita e gli occhi chiusi catapultati in un mondo dove tutto è fluido, deciso e ben assestato fa vibrare di suoni l'aria che ha intorno. Risultato: ti viene da andare in quel mondo.

Oggi c'ho pensato e sono arrivata alle conclusioni che i miei amici sono artisti e un po' diciamolo, è anche merito mio.



"Un artista, nel suo intimo, è sempre un avventuriero. "[Thomas Mann]